Finanziarie

Consob: italiani bocciati in cultura finanziaria. E per uno su due il consulente lo sceglie la banca.

Anche questa volta parliamo di comportamento nelle scelte d’investimento; ma lo facciamo con una veste più istituzionale perchè a parlare è la Consob.
Anche dall’analisi fatta dalla Consob risulta che il risparmiatore medio italiano ha scarsa cultura finanziaria sia per le nozioni di base (inflazione, capitalizzazione, tempo, accettazione dei rischi….) sia per quanto riguarda nozioni complesse come la conoscenza di specifici argomenti finanziari.
Basterebbe dedicare un po’ di energia nella scelta di un qualificato consulente, e monitorarne l’impegno e non accettare passivamente quello che viene “assegnato d’ufficio”, vogliamo essere più indipendenti dalle “istituzioni”, dimostrando di sapere scegliere in prima persona!
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19 settembre 2016

Finanza Comportamentale, gli errori tipo (e come correggerli)

E’ ormai evidente l’importanza che hanno i comportamenti nelle scelte d’investimento: ma siamo sicuri sia così chiaro?
Sappiamo che i mercati hanno il loro andamento non prevedibile ed è il “nostro comportamento” che determina la performance?
La finanza comportamentale ci aiuta a capire l’origine dei nostri errori e su questi dobbiamo lavorare:
*visione molto limitata
*l’avversione alle perdite ci fa perdere
*il senno del poi … a giustificare le scelte.
In sintesi: è meglio prevenire che curare.
Buona visione.
Finanza Comportamentale, gli errori-tipo (e come correggerli)
05 settembre 2016

Deutsche Bank chiude un quarto delle filiali in Germania

Siamo in un’epoca di grandi cambiamenti e quello del sistema bancario italiano sarà certamente uno dei più radicali.
Siamo abituati ad avere le filiali bancarie sotto casa, ma dovremmo abituarci che non sarà più così.
Deutsche Bank che oggi ha 723 sportelli in Germania per quasi 81 milioni di abitanti, chiuderà ben 188 sportelli…. e in Italia che siamo in 60 milioni, quanti sportelli chiuderanno?
L’analisi è importante per capire come le abitudini dovranno cambiare; “se non cambiamo noi ci penserà qualcun altro a farci cambiare”. Il consiglio è agire così da non farci trovare impreparati.
Numero degli sportelli delle principali banche italiane:
Banca Intesa sportelli n. 4.104
Unicredit sportelli n. 3.841
MPS sportelli n. 2.100
Banco Popolare/Pop. Milano n. 1.800+654= 2.454
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22 luglio 2016

"Btp a lunghissima scadenza e bond bancari senza escludere i subordinati", queste le scelte folli degli italiani.

Da una recente analisi si evidenzia come gli italiani, per cercare un rendimento superiore al 2%, siano disposti ad accettare rischi elevatissimi.
Il problema è che non se ne rendono conto, utilizzando oggi l’alibi della gestione attiva (se vedo segnali di svolta, vendo subito), per diventare domani dei cassettisti (non sono stato in grado di vendere, ma intanto i soldi non mi servono e alla scadenza mi restituiscono il capitale versato); senza rendersi conto delle perdite in conto capitale e della volatilità assunta nel durante, non adeguata al proprio profilo d’investitore.
Il problema è il comportamento che si assume nelle scelte d’investimento dettate non da metodo e disciplina ma da “alibi presuntuosi”.
“Più in generale, le persone sanno meno di quello che credono di sapere e questo è uno dei casi di “ignoranza ignorata”. Non sono le cose che una persona sa di non sapere, quelle che sono pericolose per i suoi risparmi. Le cose veramente pericolose sono quelle che non sa di non sapere”.
Se vuoi approfondire leggi l’articolo: L’ignoranza ignorata. I soldi in testa n. 184
15 luglio 2016

Quella bussola che ti porta diritto sugli scogli.

Con riferimento all’esito del referendum inglese che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa vi segnalo un commento della casa di gestione Schroders che ritengo interessante.
Buona lettura.
Se vuoi approfondire leggi l’articolo: Quella bussola che ti porta diritto sugli scogli
01 luglio 2016

Brexit

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Questo è l’andamento del mercato azionario internazionale degli ultimi vent’anni; cosa possiamo dedurne? Cambiano le stagioni, crescono le foreste, cambiano i governi e … il mercato finanziario internazionale si comporta sempre allo stesso modo: ci sono fasi di discesa, dovute negli anni a cause differenti (crisi dei mercati asiatici, attacco alle torri gemelle di New York, fallimento Lehman Brother…) cui seguono sempre fasi di risalita altrettanto importanti.
Cosa volete farci questa è la vita … per fortuna!
Dico per fortuna perché noi tutti sappiamo che non potrebbe durare un mercato che sale sempre; se cerchiamo il motivo che spinge questo mercato a ripetersi sistematicamente, dobbiamo ricordare che dietro ad esso ci sono milioni di aziende in tutto il mondo, che cercano ogni giorno di migliorare il loro prodotto o di semplificare la vita ai loro clienti, alcune ci riescono altre scompaiono; poiché alle spalle di ogni azienda ci sono persone che cercano di creare valore realizzando la loro idea, allora capiamo perché si tratta di un motore spinto da una forza inesauribile, quanto lo sono i sogni delle persone in giro per il mondo.
Da alcuni mesi il mercato azionario è molto volatile e riflette le incertezze del momento, è di ieri l’esito del referendum inglese che ha deciso l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, le persone come al solito sono preoccupate delle oscillazioni che vedono oggi Aggiungi un appuntamento per oggi( pensano: “ quest’incertezza non l’ho mai vissuta prima…” ) non accorgendosi spesso della grossa opportunità che si sta aprendo, per chi ad esempio sta comperando sul mercato andando ad approfittare degli sconti che si paleseranno.
Venti anni fa ho scelto di fare il consulente finanziario con lo scopo di affiancare le persone nella definizione dei loro “obiettivi di vita”, che sono molto fisici: definire la riserva per imprevisti in caso di necessità, decidere quanto destinare alla creazione di un capitale per sostenere i figli se ne dovessero averne bisogno dopo la scuola, definire quanto è necessario accantonare per poter fare una certa operazione immobiliare….e molto altro; lavoro dunque per fare il modo che quando ci sarà la necessità pianificata, ci siano anche le risorse per poterla coprire; questo è quello che mi chiedono solitamente i clienti che seguo, non certo le speculazioni con i loro risparmi!
E’ per questo che deciso l’orizzonte di tempo su cui vigliamo lavorare, i principi che mi guidano nella scelta degli strumenti finanziari e dei mercati son sempre gli stessi:

  • Diversificazione molto elevata, a livello mondiale: evitando di concentrare su poche scommesse il nostro risultato e puntando a ridurre la profondità delle oscillazioni che la nostra “nave” incontrerà durante la sua rotta per arrivare al porto fissato.
  • Assistenza: la parte più importante del mio lavoro consiste poi nel seguire il progetto, adeguandolo ad eventuali cambiamenti negli obiettivo decisi con il cliente, ed eventualmente   cambiando alcuni degli strumenti finanziari scelti a su tempo, se i mercati ci offrono opportunità più interessanti.

Tutto resta confermato.
24 giugno 2016

Banca Widiba…. dove sta andando?

Le persone che incontro, qualche volta, mi chiedono notizie sulla banca che ho scelto come mandante per appoggiare i clienti che seguo: Banca Widiba.
L’altro giorno ho letto sul Corriere della Sera un’intervista ad Andrea Cardamone, l’amministratore delegato ma soprattutto l’inventore di Widiba; dedicate qualche minuto alla lettura dell’articolo che allego, è molto utile per capire lo spirito con cui è partita la sfida di Banca Widiba, e a cosa punta il progetto che ruota intorno al servizio assoluto e alla semplificazione: una sola certezza mi pare… con Widiba è difficile annoiarsi!
Se vuoi approfondire leggi l’articolo apparso su SETTE il 03 giugno 2016: Più che nell’economia dei capitali viviamo nell’economia delle idee
06 giugno 2016

Così trovi il consulente giusto.

Spesso mi capita di confrontarmi con persone che conoscono perfettamente la loro attività e sono veramente molto puntigliose nel vagliare le soluzioni migliori, quando si tratta di prendere una decisione in proposito; mi stupisco dunque quando parlando con le stesse persone mi accorgo che il tempo che dedicano alle decisioni riferite ai loro investimenti finanziari sia veramente poco, spesso viene vissuto come una “perdita di tempo”. Si preferisce subito scegliere tra qualcuno dei prodotti offerti al momento, senza considerare se si tratta della soluzione più giusta in funzione degli obiettivi di vita e della diversificazione del portafoglio. Personalmente ritengo che, soprattutto nella fase di definizione del progetto d’investimento, cliente e consulente, DEVONO ritagliarsi tutto il tempo necessario a capire cosa è stato fatto in passato, quali sono gli obiettivi di vita da realizzare, e quali sono le caratteristiche che deve avere l’operazione.
Se vuoi approfondire leggi l’articolo apparso su Il Sole 24 Ore che allego: Così trovi il consulente giusto
21 aprile 2016
 

ABC della finanza, perchè Togo e Zambia battono l'Italia

Anche se l’articolo è del 25 novembre 2015, ritengo possa essere molto utile una buona lettura, soprattutto in questo momento di grande “confusione finanziaria”.
Banche che vengono salvate, banche in difficoltà, tassi prossimi allo 0%, mercati finanziari che “ballano”; ma come orientarsi in tutta questa confusione?
Come può oggi il risparmiatore fare delle scelte consapevoli se la sua “Educazione finanziaria” è ridotta in questa maniera: 63^ nella classifica mondiale dietro a qualche paese africano.
Le domande fatte nell’indagine non sono complesse (provate a fare il test di 5 domande così da mettere alla prova la vostra conoscenza finanziaria: TEST) eppure solo il 37% degli italiani interpellati ha saputo rispondere correttamente.
Ci sono studi (l’Inghilterra lo insegna) che dimostrano che una maggiore cultura finanziaria ci permette di essere più ricchi.
La riflessione che sorge spontanea è: ma visto che l’italiano non ha una cultura finanziaria adeguata, come farà le sue scelte? Si ostinerà a fare da solo? Sarà in grado di scegliere il giusto intermediario, o continuerà a fidarsi solo delle conoscenze “pigre”?
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11 aprile 2016

Obbligazioni e rendimenti negativi: insieme contro il buonsenso economico

Obbligazioni con rendimento negativo: una grande distorsione.
Il mondo pullula di obbligazioni che offrono un rendimento negativo: guardate il grafico, relativo ai 10 mercati obbligazionari più importanti al mondo.

Quindi gli investitori che acquistano oggi un’obbligazione a rendimento negativo e la detengono fino alla scadenza otterranno meno denaro di quello che avevano in partenza.
A me basta scriverlo per provare un discreto senso di disagio.
Va anche peggio se guardiamo ai rendimenti reali, depurati cioè dall’inflazione: sono riportati nella tabella seguente, dove il rosso dei rendimenti negativi domina ovunque, in tutti i Paesi e su tutte le scadenze. Bisogna andare sulle scadenze trentennali per trovare un po’ di verde…

Ma perché diavolo un investitore dovrebbe acquistare queste obbligazioni a rendimento negativo e accettare di perdere soldi in modo certo?
C’è qualcuno che ha dei validi motivi per sfidare il buon senso economico.
Ad esempio perché l’acquisto di obbligazioni fa parte del proprio mandato istituzionale: è il caso di banche centrali, banche, fondi pensione e assicurazioni, che li detengono come riserve in divisa, oppure a fronte di passività, o per via di requisiti regolamentari. Ci sono poi i gestori di ETF e fondi, che li acquistano perché sono bond presenti nei loro indici di riferimento (o benchmark).
Poi c’è chi, con intento speculativo, acquista un titolo con rendimento negativo nella speranza che il suo rendimento scenda ancora (facendo salire il prezzo), per poi rivenderlo traendone un guadagno. E c’è chi – soprattutto investitori istituzionali – “parcheggia” liquidità in obbligazioni, aspettando di investire altrove a migliori condizioni, anche se sa che ciò ha un costo.
Queste sono motivazioni, come dire… contingenti. Perché resta il fatto che vedere rendimenti obbligazionari reali negativi va contro ogni logica economica. Introduce distorsioni mostruose nell’economia.
Basta andare alla radice dell’idea di tasso d’interesse reale: ignorando il rischio di default (peraltro presente), il rendimento reale remunera il fatto che ci si priva del denaro con cui si possono acquistare beni o servizi per darlo a qualcun altro. Perciò se il rendimento reale è negativo significa che non si desidera essere remunerati per questa privazione, ma anzi si è disposti a pagare.
Senza dilungarci oltre, è molto chiaro che oggi dobbiamo capire meglio dove mettere i propri risparmi, consapevoli che non esistono più scelte semplici. E come dicono gli americani: “Non esistono pasti gratis”, ed è per questo che dobbiamo dedicare il tempo necessario per “guadagnarci il guadagno”.
Buona lettura.
24 marzo 2016